sabato 28 gennaio 2017

I AM A HERO - Manga + film live action


Il genere zombi non ha più niente da dire dopo il revival e il nuovo boom, dovuto a The Walking Dead, di qualche anno fa?
Come al solito per smentire quest'idea della continua necessità di essere originali, basta un'autore con ben in testa il messaggio che vuole trasmettere e un punto di vista differente e tutto può prendere nuova vita. Basta questo a dare nuova linfa ad un intero genere.
E chi meglio di una persona nella parte opposta del pianeta rispetto a Kirkman?


Sostanzialmente c'è un mangaka sfigato, e anche un po' schizofrenico, che si trova a dover affrontare un'apocalisse di non morti.
In questo macello cerca di salvarsi la pelle portandosi appresso un fucile e affrontando il disastro con tutte le fisime sociali dei giapponesi.


Infatti I am a hero è sostanzialmente una critica sociale alla società giapponese e a tutte le sue ipocrisie.
Affrontare il tema zombie, ma dal punto di vista orientale apre a noi occidentali una serie di prospettive sconosciute e si porta con se molte riflessioni su una società a noi estranea.

E interessare pensare come possa cambiare la lettura dell'opera in base alla etnia del lettore. Un giapponese si sentirà criticato per il suo modo di vivere i rapporti sociali. mentre un europeo sarà portato a considerare alcune derive che potrebbe prendere la nostra società e magari a evitarle (sé crediamoci).

Purtroppo di tutto questo nel film non c'è quasi traccia, un po' per ragioni intrinseche al medium, ma sopratutto per la chiara volontà di concentrarsi sulla parte action della vicenda. Diciamo che comunque il regista è riuscito a tirarne fuori una pellicola godibile e avvincente, perciò non mi sento di bocciarla, ma sicuramente tra i due l'opera principale è il manga, mentre il film è un divertente riassunto senza motoseghe mentali.

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