martedì 29 novembre 2016

DYLAN DOG 363 - Cose perdute


Eccoci qua, nel dopo Sclavi (un'altra volta) e nel dopo Stano. Un ritorno e un addio.
Per uno sceneggiatore è una sfiga dover uscire dopo il papà di Dylan, ma la Barbato non è certo una pischella con problemi di sudditanza.

Purtroppo sembra aver accusato il colpo e nonostante sia suo anche il soggetto, non riesce a esprimere la brillantezza che di solito la contraddistingue. La storia è troppo lineare e senza scossoni; non bastano varie citazioni al cinema horror (Coraline di Gaiman e Ring su tutte) a rendere avvincente una trama poco originale. Anche se devo dire che ho apprezzato l'epilogo, togliendo il classico spiegone finale.
Che dire poi di Cavenago? Tutto il bene possibile perché le sue copertine "digitali" sono spettacolari e non farà sicuramente rimpiangere il maestro uscente. Questo cambio di guardia è un altro segno di svolta per rimarcare la rottura con il passato recente dell'Old Boy.
Per finire i disegni di Freghieri sono molto belli; dimostra di saper usare in scioltezza qualsiasi luce e inquadratura.
Un buon numero forse fiaccato da una tripletta precedente troppo esaltante.

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