domenica 25 ottobre 2015

LA MORTE DI... è il turno di Wolverine


E' da quando venne pubblicata Soltanto un altro giorno su L'Uomo Ragno (487, 488), nel lontano 2008, che abbandonai per sempre la Marvel e i suoi fumetti.
Forse un giorno ne parlerò (e in occasione recupererò il seguito: Un momento nel tempo), ma ora la cosa importante è che sono a digiuno di comics americani da un bel po', ed è per questo che ogni tanto recupero dalla baya le storie più importanti o che mi sembrano più interessanti.

Si sa che prima o poi la Mietitrice di anime fa visita a tutti, ma nell'universo Marvel ha un significato diverso, nel senso che prima o poi arriverà un momento che, per risollevare le vendite di una testata, verrà organizzata la morte, ovviamente solo temporanea, del supereroe di turno.
Questa volta è toccato a Wolverine.
Per la dipartita dell'artigliato canadese, è stata imbastita una storia piena di fan service per ripercorrere, tramite una rimpatriata di personaggi, il percorso editoriale del protagonista. Il tutto purtroppo si svolge troppo velocemente a causa del ridotto numero di pagine a disposizione e la vicenda non ha il respiro che meriterebbe sopratutto in relazione alla centenaria vita di Wolvie. I comprimari fanno delle fugaci apparizioni e il tutto si riduce a poche battute poco incisive. Certo ci sono i disegni di McNiven che sono sempre un bel vedere, ma sono scarsamente sfruttati a causa della mancanza di veri e propri momenti clou a parte il bel finale. Poetica quasi nulla insomma, per un evento che doveva essere pregno di patos e drammaticità. Peccato, forse è stato scelto lo scrittore sbagliato.

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